Earth Day 2023: investiamo nel nostro pianeta

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Il 22 aprile si celebra l’Earth Day, la più grande manifestazione ambientale organizzata dalle Nazioni Unite. Un evento a cui parteciperanno più di un miliardo di cittadini nel mondo oltre a 75mila organizzazioni in 193 Paesi. Un momento di incontro e riflessione sul futuro del nostro pianeta e sulle azioni necessarie per fermare il climate change.

A Roma, il Villaggio per la Terra ospiterà non solo rappresentanti governativi ma, soprattutto, i giovani chiamati a partecipare attivamente per l’implementazione della transizione. Saranno coinvolte 17 piazze multimediali interconnesse, tante quanti sono gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. Un invito che guarda al futuro agendo nel presente. Un impegno che ci rende tutti responsabili e partecipi perché il futuro è il presente. E senza un’azione concreta e collettiva non sarà possibile fermare il cambiamento climatico.

Earth Day 2023: investire nel nostro pianeta

Invest in our planet: questo il tema scelto per l’evento di quest’anno. Governi, imprese e società civile hanno la responsabilità di agire contro la crisi climatica. Le attività antropiche sono responsabili del riscaldamento del pianeta. Gli effetti, li vediamo quotidianamente: perdita della biodiversità, eventi estremi, siccità stanno mettendo a rischio le economie e la sicurezza dei Paesi. Bisogna investire in un’economia verde e rigenerativa che garantisca un futuro sicuro, sano, equo e prospero per tutti. Una direzione che l’UE ha pianificato con il Green Deal e il più recente Industrial Plan.

I rischi climatici in Europa

I dati elaborati nel rapporto sulla siccità presentato, a marzo, dal Centro comune di ricerca (JRC) dell’UE, profilano una situazione particolarmente rischiosa per l’Unione Europea. Secondo la ricerca, la maggior parte dei paesi del sud e dell’ovest dell’UE sono colpiti dalla siccità. Quest’anno, a causa di un inverno eccezionalmente secco e mite, si sono riscontrate considerevoli anomalie nell’umidità del suolo e nella portata dei fiumi. Tra i paesi particolarmente colpiti troviamo la Francia, la Spagna e il Nord-Italia. L’Europa e la regione mediterranea rischiano di andare incontro a un’estate con ondate di caldo estreme che amplificheranno il problema della siccità con problemi per la salute delle persone e per l’economia.

Lo scenario dell’IPCC: una bussola per l’Earth Day 2023

Lo scenario profilato dall’ultimo rapporto dell’IPCC (AR6 Synthesis Report), pubblicato il 20 marzo, non è per nulla rassicurante. Secondo lo studio, con i consumi attuali, l’aumento della temperatura media globale potrebbe raggiungere i 3,5°C. Ben oltre la soglia massima dell’1,5°C fissata con gli Accordi di Parigi. Urge correggere, tempestivamente, le nostre traiettorie emissive per evitare un overshoot. I rischi-chiave individuati dal rapporto rimarcano la necessità di rimanere entro la soglia dell’1,5°C. Siamo ancora in tempo e abbiamo le soluzioni tecnologiche giuste per ogni settore. Bisogna solo agire superando le politiche attuali perché sono insufficienti. C’è la possibilità di dimezzare le emissioni entro il 2030: serve una politica che sostenga questo ambizioso piano di trasformazione economica.

Investiamo nel nostro pianeta

La soluzione proposta dall’IPCC è lo “sviluppo resiliente al clima”, che prevede l’integrazione di misure di adattamento ai cambiamenti climatici con azioni volte a ridurre o evitare le emissioni di gas serra in modo da fornire benefici più ampi. I benefici economici per la salute delle persone derivanti dal solo miglioramento della qualità dell’aria sarebbero all’incirca uguali, o forse anche maggiori, dei costi per ridurre o evitare le emissioni. I Governi di tutti i Paesi sono chiamati a intervenire e a investire seriamente nel nostro pianeta. Serve un piano di azione globale che richiami tutti alla responsabilità dell’azione concreta. Una spinta arriva dal Segretario Generale delle Nazioni Unite che ha annunciato la presentazione di un piano, il Patto di solidarietà per il clima, per incrementare gli sforzi finalizzati al raggiungimento delle zero emissioni entro il 2050.