Il Green Deal Industrial Plan dell’UE

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Con il Green Deal Industrial Plan, l’UE ha iniziato un percorso per sostenere le industrie nell’implementazione di modelli produttivi sostenibili ed efficienti che possano favorirne la competitività. Presentato il 1° febbraio dalla Commissione europea, il piano ha come quadro di riferimento il Fit for 55 e il Piano Repower EU. Alla base del nuovo piano d’azione c’è la promozione di modelli di azione finalizzati allo sviluppo dell’economia circolare e all’abbandono dei combustibili fossili.  

Scenario economico

Perché l’Unione Europea ha deciso di definire un Green Deal Industrial Plan? Le motivazioni sono di natura economica e geopolitica. Considerati gli assetti dei Paesi nel mercato mondiale, è risultato fondamentale, da parte dell’Europa, avviare un percorso di industrializzazione strategica. A maggior ragione visto il piano di azione targato USA: l’Inflation Reduction Act (IRA).  Un piano che ha destato preoccupazione negli ambienti europei perché, di base, intende favorire i beni prodotti negli Stati Uniti mettendo a rischio la presenza delle aziende produttive in Europa. Con il Green Deal Industrial Plan, l’UE ha definito uno sviluppo industriale strategico parallelo a quello degli Stati Uniti. Al centro, lo sviluppo di tecnologie con il più alto potenziale di crescita occupazionale e riduzione delle emissioni di CO2.

Green Deal Industrial Plan e indipendenza strategica

Il Green Deal Industrial Plan dell’UE lavora su due aspetti cruciali. Da un lato, incentiva la creazione di filiere produttive in linea con gli obiettivi di sicurezza climatica al 2050. Dall’altro, pone le basi per l’indipendenza produttiva da Paesi come la Cina scongiurando il rischio di una decelerazione dell’innovazione green lungo tutte le filiere europee. Le tecnologie da promuovere sono le stesse individuate dal piano USA: solare, eolico, batterie, pompe di calore, cattura e stoccaggio del carbonio e idrogeno pulito. Così facendo, si creerà un meccanismo virtuoso di produzione e sviluppo delle nuove tecnologie all’interno dei confini europei.

I quattro pilastri del Green Deal Industrial Plan

Per realizzare il piano previsto dall’UE è necessario intervenire su diversi livelli. Per questo, sono stati individuati quattro pilastri intorno a cui dovranno convergere le azioni necessarie per la sua implementazione.

Primo pilastro: normativa semplificata

Definizione di un quadro normativo comune ai 27 Paesi membri che semplifichi gli iter burocratici e autorizzativi in materia di energie rinnovabili e promozione di progetti strategici per lo sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale. La strategia sarà normata dal Net-zero Industry Act. Parallelamente, si definiranno i perimetri di azione per l’accesso alle materie prime attraverso il Critical Raw Materials Act e la nuova riforma del mercato elettrico.

Secondo pilastro: organizzazione dei finanziamenti

Migliorare l’accesso ai finanziamenti necessari per sostenere lo sviluppo dei nuovi progetti green: questo il secondo punto cardine del Green Deal Industrial Plan. Nella bozza del Temporary State Aid Crisis and Transition Framework, l’UE ha rivisto i parametri di accesso agli aiuti di Stato. Il tutto, nell’ottica di una concorrenza leale tra i Paesi europei. In più, prima dell’estate 2023, oltre alle misure previste dai PNRR e dagli altri fondi previsti dal Qfp, sarà istituito un Fondo Europeo per la Sovranità per dare una risposta strutturale alle esigenze di investimento dei singoli Stati.

Terzo pilastro: investire nelle competenze

European year of skills: questo il terzo pilastro del piano per le industrie green. Con questo focus, l’UE rimarca l’importanza e la necessarietà di investire nella formazione accademica. Secondo la Commissione europea “la produttività della nostra industria, la prosperità della nostra società e la nostra capacità di raggiungere gli obiettivi zero emissioni nette dipenderanno dalla nostra capacità di trattenere e attrarre lavoratori”. Un obiettivo necessario affinché si possa dare concretezza operativa allo sviluppo del Green Industrial Plan.

Quarto pilastro: libera concorrenza

La pandemia e la guerra in Ucraina hanno evidenziato le criticità europee nella gestione della catena di approvvigionamento delle risorse. Per ovviare a questo problema, è necessario intervenire in modo da agevolare il libero commercio e la concorrenza leale collaborando, anche, con la World Trade Organisation. I nuovi accordi saranno siglati all’interno della cornice definita dal Free Trade Agreements oltre che da altre convenzioni. Il tutto, nella prospettiva di proteggere il mercato unico europeo dalla concorrenza sleale di altri Paesi.

UN FUTURO SEMPRE PIÙ GREEN

La prospettiva delineata dal Green Deal Industrial Plan europeo mette al centro il binomio competitività produttiva e sostenibilità. Un aspetto non da poco perché rimarca la necessità di costruire un modello economico basato sui principi del green respect: solo così è possibile costruire un’economia solida e resiliente. Una prospettiva che rende necessario un allineamento alla sostenibilità anche da parte dei Paesi membri più reticenti. Un traguardo di consapevolezza a beneficio di tutti.

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